Osservatorio della giustizia penale
Deve riconoscersi l’impossibilità che il legislatore abbia la capacità di regolare la molteplicità delle situazioni che una vicenda complessa e sofisticata come quella della giustizia penale prospetta quotidianamente negli uffici giudiziari. Inevitabilmente negli interstizi dei dati legislativi finiscono per inserirsi prassi e comportamenti – a volte anche patologici e praeter legem – che rispondendo alle questioni che si presentano all’operatore di giustizia finiscono per determinare, nel loro intersecarsi ed integrarsi, pprogressive deformazioni dell’originario ordito normativo.
L’evoluzione dell’interpretazione e la stratificazione delle leggi, non sempre ispirata dalla continuità e dalla coerenza, anzi spesso frutto di involuzione o di evoluzione nel segno della discontinuità, accentuano la complessità d’un sistema che, se non punta ad essere coerente, dovrebbe almeno costituire un quadro di riferimento condiviso e non dissociato.
Si aggiungano le ricadute del progressivo arricchimento delle fonti che governano la giustizia penale, sia in senso verticale, sia in senso orizzontale, esse pure connotate degli elementi dinamici ai quali si è accennato.
Questi profili suggeriscono l’opportunità di un attento monitoraggio delle profonde trasformazioni e metamorfosi che coinvolgono il pianeta della giustizia penale nei suoi passaggi non armonizzati, ma profondamente integrati, dei momenti repressivi e sanzionatori, di accertamento, di esecuzione, di prevenzione, non disgiunti dagli elementi strutturali e ordinamentali. Un Osservatorio, pertanto, che tuttavia sappia risalire, dall’analisi delle linee di evoluzione in atto, alla lettura delle possibili prospettive di rinnovamento, evitando il deragliamento in una casistica asistematica, per indicare gli orizzonti di un modello in parte anche autoriformatosi.