Trattato di diritto civile
Il Trattato di diritto civile è il risultato di studi e considerazioni che sono maturate nell’arco di oltre trent’anni; in questo senso esso può considerarsi una sintesi dell’intera produzione scientifica di Paolo Gallo;
si tratta di un lungo percorso che si è snodato nel corso del tempo ed ha toccato i temi più disparati, a partire dai primi lavori dedicati alla responsabilità civile, per poi passare all’arricchimento senza causa, al contratto, alle obbligazioni, ai diritti reali, al possesso, alla famiglia, alle successioni, alla donazione, nonché ancora alla tutela dei diritti ed alla prescrizione.
Si è trattato di un percorso senza dubbio molto lungo ed affascinante, a tratti anche faticoso, ma sicuramente appagante. In un’epoca in cui tende in misura crescente a prevalere la specializzazione anche in ambito giuridico, vi è ancora spazio per trattazioni globali dedicate all’intero sistema; la completezza consente infatti una visione d’insieme che non sarebbe altrimenti facilmente raggiungibile; si pensi per esempio agli innegabili punti di contatto che sussistono tra contratto, matrimonio e testamento; come fare inoltre a studiare il contratto senza conoscere le obbligazioni e poi ancora i diritti reali, e così via? In effetti ogni singolo istituto costituisce una specie di tassello indispensabile per la comprensione del sistema, nonché delle sue interrelazioni.
Al pari del corpo umano si tratta di un meccanismo in cui ogni singolo elemento appare indispensabile per il corretto funzionamento del sistema; in questa prospettiva solo la conoscenza globale dell’ordinamento consente di comprenderne fino in fondo il funzionamento.
Negli ultimi anni il diritto privato è andato incontro a fortissime tensioni evolutive che in molte occasioni hanno condotto a ridisegnare i contorni di molti istituti; basti per esempio ricordare i contratti del consumatore, la responsabilità precontrattuale, le invalidità, ma si pensi ancora alla riforma della filiazione e così via; ovviamente l’elenco delle riforme che hanno visto la luce nelle ultime decadi sarebbe troppo lungo per poter essere effettuato in questa sede; quello che però è certo è che molto resta ancora da fare, specie se rapportato a quanto è già stato fatto in molti altri ordinamenti europei; ovviamente il punto di partenza è costituito dalla riforma tedesca del diritto delle obbligazioni del 2002, alla quale hanno fatto seguito numerosi progetti di riforma in Francia, sfociati nella riforma del diritto delle obbligazioni del 2016, nonché ancora in Spagna ed in Svizzera.
In questo quadro l’Italia si connota per un certo ritardo nell’affrontare il problema della riforma globale del codice, a partire dal contratto, per poi passare alla responsabilità civile, all’arricchimento senza causa, alla tutela dei diritti, alla prescrizione e così via. Sono numerosi infatti i settori in cui sarebbe necessaria una riforma del codice, il quale purtroppo inizia ad apparire sempre meno adeguato a far fronte alle nuove sfide che pone il terzo millennio. In queste condizioni la via maestra sarebbe ovviamente quella della riforma del codice; in mancanza è però possibile fare molto anche in applicazione delle clausole generali ed in particolare del principio di buona fede in senso oggettivo. In particolare, nell’inerzia del legislatore, è compito della giurisprudenza farsi interprete di queste istanze di rinnovamento che in misura crescente bussano alla porta.
Nel corso del lavoro in più occasioni si è evidenziata l’esigenza di riforme, nella speranza che prima o poi possano essere portate a compimento.