Il manuale, giunto alla sua terza edizione, si riconferma come rivolto agli studenti che iniziano il loro percorso di apprendimento in una Facoltà di giurisprudenza, intendendo rispondere all'esigenza culturale di dare una risposta al generale bisogno di conoscenza. Infatti la storia del diri...
Il manuale, giunto alla sua terza edizione, si riconferma come rivolto agli studenti che iniziano il loro percorso di apprendimento in una Facoltà di giurisprudenza, intendendo rispondere all'esigenza culturale di dare una risposta al generale bisogno di conoscenza.
Infatti la storia del diritto privato dei Romani costituisce una “vicenda” con caratteri tali da renderla ancora assai importante nel patrimonio di conoscenze che deve costruirsi chi si accosta allo studio del diritto e chi domani sarà chiamato a svolgere la propria attività nelle varie professioni giuridiche, in particolare perché quella vicenda ha segnato profondamente il modo di essere della giuridicità dall'età medievale e moderna fino ai nostri giorni.
La trattazione, dopo alcune precisazioni di ordine generale, è dedicata alla cursoria rilevazione dei principali “passaggi” che hanno consentito la (ri)utilizzazione plurisecolare del diritto romano nella formazione di larga parte della giuridicità propria della civil law. A conclusione di questo excursus sono fornite alcune coordinate in merito al sostanzialmente autonomo processo formativo della common law.
Si passa quindi all'analisi delle principali fonti utilizzabili per la conoscenza del diritto privato dei Romani.
Fa seguito l’individuazione delle fonti di produzione (dei “formanti”) dell’ordine giuridico espresso dai Romani nella variegata organizzazione politica che ne ha consentito l’esplicarsi, evidenziando il ruolo essenziale avuto, fino al III secolo d.C., dall’attività interpretativa del diritto (iuris interpretatio) dei giuristi (prudentes, iuris periti): di chi, cioè, in Roma, fu riconosciuto in possesso delle conoscenze tecniche necessarie a una costruzione del diritto non dominata dalla mera empiria.
Si richiamano poi, le forme del processo tra privati, come individuate dai Romani, nella consapevolezza che proprio il “momento processuale” rappresentò il mezzo privilegiato attraverso cui l’attività interpretativa del diritto realizzata dai prudentes ha potuto rappresentare lo strumento fondamentale di formazione del diritto, consentendo lo sviluppo di una scientia iuris che seppe attingere ad altissimi livelli.
La successiva trattazione è dedicata all'individuazione dei "soggetti" operanti nell'ordine giuridico romano e alla ricostruzione degli elementi portanti del matrimonio romano.
Infine, la scelta espositiva si concentra sulle "forme di appartenenza", sugli “eventi naturali” e gli “atti umani”.
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