Carlo Augusto Cannata, autore di importanti studi in materia, ha dedicato allalegge Aquilia queste suggestive osservazioni: “… in tutta la storia del diritto, forsemai un testo legislativo conobbe una tale disproporzione fra l’entità del testo insé e l’entità della sua interpretazione. An...
Carlo Augusto Cannata, autore di importanti studi in materia, ha dedicato allalegge Aquilia queste suggestive osservazioni: “… in tutta la storia del diritto, forsemai un testo legislativo conobbe una tale disproporzione fra l’entità del testo insé e l’entità della sua interpretazione. Anche senza pensare al fatto che la lexAquilia rappresenta la matrice pressoché unica di tutta la disciplina e la dottrinadella responsabilità extracontrattuale del diritto moderno, nei paesi romanistialmeno, […] e limitandoci a considerare quel che avvenne a Roma: da un puntodi vista quantitativo, alla diecina di righe del testo della legge fanno riscontro librie libri di scritti giurisprudenziali; da un punto di vista qualitativo, ad una scarnatriade […] di norme (per l’esattezza, in realtà a due norme) fa riscontro la costruzionedi una disciplina come poche altre elaborata e complessa”.Queste parole esprimono le ragioni per le quali, accingendomi a individuarel’argomento da proporre agli studenti del corso di Diritto romano, la mia sceltaè caduta sulla legge Aquilia e il suo straordinario percorso evolutivo. Non esisteesempio più fulgido della vocazione dei giuristi a cogliere le potenzialità di untesto legislativo alquanto scarno, in una visione tesa a superarne gli originari limitiper adeguarlo alle rinnovate esigenze della società del tempo. Il tutto, dicocosa risaputa, espresso in un turbinio di casi dalle tinte più vivaci e smaglianti,che catturano l’attenzione di chiunque vi si accosti. Al tempo stesso, la materiaè in piena sintonia con studi e riflessioni che sto conducendo da tempo intornoai delitti privati e al concorso delle azioni.Il tema della legge Aquilia è stato studiato incessantemente da secoli, conprevalenza degli studi di approfondimento rispetto a quelli di sintesi. Allineandomia questo secondo orientamento, ambisco a offrire una visione di insiemedella materia che, seppure inevitabilmente costretta in un impianto sistematico,non rinunci ad esaltare lo spessore storico e lo spirito innovativo che pervade itesti analizzati. In questa prospettiva, esaminata criticamente la dibattuta questione del contenuto originario della disciplina aquiliana, si cercherà di cogliernel’evoluzione secondo alcune principali direttrici: il suo costante allargamentoa fattispecie estranee al dettato legislativo; il rapporto fra iniuria e culpa causedi giustificazione ed emersione della colpevolezza; la progressiva depenalizzazionedell’actio legis Aquiliae in relazione alla persistenza della sua originarianatura penale; le riforme giustinianee, che chiudono l’orizzonte storico preso inconsiderazione.Infine, uno sconfinamento nelle fonti retoriche. La declamazione XIII delloPseudo-Quintiliano è un testo che non può dirsi sconosciuto agli studiosi maneppure particolarmente valorizzato nell’ambito degli studi dedicati alla leggeAquilia. A questa declamazione, sorprendente testimonianza di diritto vivo, etesto letterario di particolare bellezza, è affidata la conclusione dell’opera.
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