Questo breve manuale introduttivo si rivolge specialmente agli studenti dei corsi di diritto commerciale o ai giovani laureati che, conoscendo i fondamenti istituzionali della materia, si accingano ad approfondirne lo studio nella prospettiva di una più consapevole comprensione e di una meditata e rigorosa applicazione. Esso ha lo scopo di guidarli oltre il mero nozionismo e l’apprendimento elementare dei testi legislativi, verso l’acquisizione di un metodo (o, almeno, di un atteggiamento) appropriato per l’analisi degli enunciati normativi e degli istituti che compongono questo settore dell’ordinamento e verso la loro interpretazione ed integrazione secondo adeguati schemi razionali.
Normalmente lo studio della metodologia della ricerca giuridica è riservato all’ambito della filosofia del diritto. Tuttavia ogni giurista che si occupi di diritto positivo (sul piano della ricerca scientifica come su quello professionale) è chiamato a compiere quotidianamente un’attività di interpretazione e di integrazione della legge, che egli svolge o dovrebbe svolgere, consapevole o no che ne sia, secondo certi criteri metodologici. Poiché non si tratta di un’attività meccanica o meramente intuitiva, bensì di un’attività in cui si esprimono qualità intellettuali e valutative determinanti, la coscienza del metodo (della forma che l’esercizio di tali qualità assume) è bagaglio essenziale di essa. Allo studioso del diritto commerciale che si appresta a lasciarsi alle spalle il tempo della formazione di base e dell’apprendimento delle nozioni fondamentali della materia non può dunque mancare la comprensione di questi criteri.
Il manuale non ha però come obiettivo quello di compendiare le diverse teorie dell’interpretazione oggi diffuse, né quello di tracciare una storia della scienza giuridica (il che rappresenterebbe oltretutto un fuor d’opera, per il lettore e per l’autore). Lo scopo essendo invece quello di fornire, per l’appunto, una guida, si sono privilegiate certe linee di pensiero, mentre ad alcuni argomenti si è accennato solo sommariamente e superficialmente e altri sono stati del tutto omessi. Il lettore deve essere cosciente del fatto che, in uno scenario in cui quelle teorie vengono declinate secondo diverse prospettive e la prassi mostra numerose sfumature, le pagine che seguono oscillano tra l’esposizione dell’essere e quella del dover essere dell’attività del giurista, inclinando in definitiva decisamente per quest’ultimo corno del binomio; e pure del fatto che l’insegnamento proposto, a proposito del diritto commerciale, è fondato sulla propria (dell’autore) esperienza quale studioso di questa materia e sul proprio convincimento scientifico. Nella misura in cui dunque l’interpretazione non è un’attività vincolata da ragioni logiche o legislative, né ci si vuole accontentare di censire gli orientamenti della letteratura e della prassi, questo insegnamento riflette fatalmente e volutamente un pensiero e una posizione personali.
Fissate tali finalità e la vocazione di questi appunti a costituirsi come premessa didattica di un discorso poi tutto di diritto positivo, concisione e, talvolta, apoditticità dell’esposizione sono state una scelta intenzionale. Anche il corredo bibliografico che interseca i diversi capitoli, di conseguenza, non ha alcuna pretesa di rappresentatività (men che meno di completezza); per mezzo di esso si è semplicemente offerta allo studente qualche indicazione attraverso la quale approfondire eventualmente i profili di volta in volta trattati e per questa ragione i riferimenti sono fortemente sbilanciati sulla letteratura in lingua italiana (con qualche omaggio ai maestri del diritto commerciale).
Nell’ottica che si è prescelta, è parso poi importante enfatizzare specialmente il carattere di rigorosità e di scientificità dell’attività del giurista positivo (una affermazione del diritto come scienza, che costituisce anzi il movente e il filo conduttore di queste pagine), carattere che più difficilmente viene colto dal profano, come pure dallo studente in formazione, cui l’università sfortunatamente spesso chiede un apprendimento mnemonico, che ancor più spesso lo studente traduce in un apprendimento passivo ed acritico. Neppure sotto questo profilo ci si è soffermati troppo sui fondamenti epistemologici, e in particolare sul concetto di scienza in generale e sulla storia del pensiero filosofico in merito alla natura della ricerca giuridica; il lettore più esigente e sofisticato troverà quindi senz’altro fortemente lacunoso e assai poco “scientifico” il giudizio esposto in queste pagine; in fin dei conti, il concetto stesso di scienza è lasciato più all’intuizione che all’analisi, e riconosco che la conclusione che qui si trae in proposito la si potrebbe da qualcuno considerare condizionata maggiormente dalla volontà dell’autore di rivendicare il proprio ruolo culturale e sociale (quantomeno: un certo modo di intenderlo), che non da un’accurata indagine sull’idea di scienza in sé. Ad ogni modo, anche a tale riguardo, lo studente troverà tra le pagine alcuni spunti bibliografici attraverso cui, se lo vorrà, potrà revocare in dubbio la conclusione che in esse si avanza.
Questa voluta ricostruzione del discorso attorno alla natura della ricerca giuridica ha indotto d’altra parte a lasciare in ombra ulteriori aspetti che, in una prospettiva di maggiore ampiezza, avrebbero dovuto probabilmente trovare spazio in una introduzione più completa al metodo del giurista positivo, specialmente proprio di quello che si occupa di diritto commerciale: in particolare ciò riguarda la crucialità, che già Cesare Vivante rimarcava, delle competenze in campo economico e in tutti gli ambiti tecnici e scientifici a cui il dato legislativo si riferisce, in molti casi richiamando esso stesso quelle competenze (basta pensare alla contabilità d’impresa o alla disciplina delle crisi). L’impossibilità di concepire l’interpretazione della legge come ricerca autosufficiente e chiusa a qualsivoglia interazione con gli altri saperi emergerà a più riprese nelle pagine che seguono, ma non sarà trattata distintamente e di conseguenza non ne saranno affatto trattate tutte le implicazioni.
Ogni passaggio argomentativo svolto nel testo è infine accompagnato da esempi che si rifanno al materiale normativo del diritto commerciale (italiano). La comprensione di questi esempi presuppone dunque nel lettore una sia pur minima conoscenza della materia, sufficiente almeno per inquadrare la disposizione o l’istituto di volta in volta richiamati.