Sono trascorsi esattamente dieci anni da quando pubblicammo le Istituzioni di diritto privato ed oggi, sempre per i tipi del pazientissimo editore Giappichelli, diamo alle stampe il Diritto privato. In dieci anni molta acqua è passata sotto i ponti della società e dell’università italiane: quest’ultima, in particolare, è stata oggetto dei ripetuti esercizi riformatori dei governi che si sono avvicendati alla guida del Paese, con risultati che non mette conto, qui, sottoporre a giudizio.
La facoltà giuridica, forse anche per il ruolo che essa, storicamente, ha assolto, di luogo privilegiato di selezione della classe dirigente, è stata al centro di questa stagione di innovazioni, con la conseguenza che, nell’arco del decennio in questione, siamo passati dal tradizionale ordinamento quadriennale, al “tre più due”, per approdare, infine, all’odierna laurea magistrale di cinque anni. Le ripetute metamorfosi curriculari del corso hanno imposto un ripensamento, più o meno profondo e sentito, degli strumenti didattici, specie di quelli a supporto degli insegnamenti istituzionali: e, in effetti, le nostre Istituzioni (giunte oggi alla sesta edizione) furono figlie della volontà di tre (all’epoca giovani) civilisti di prendere sul serio le novità lasciate intravedere dall’introduzione del triennio.
Tramontata, tanto rapidamente quanto ingloriosamente, quell’esperienza (vittima, in primo luogo, della italica incapacità di andare fino in fondo nelle cose, specie quando si tratti di attuare in modo coerente un disegno riformatore), il passaggio al quinquennio ha inevitabilmente posto il problema di un riesame dell’impostazione del nostro primo Manuale, anche alla luce del fatto, innegabile, che la sua diffusione ha finito per concentrarsi all’interno di circuiti formativi esterni a quello della facoltà giuridica.
Da qui il Diritto privato che presentiamo al pubblico dei Colleghi, degli operatori del diritto e degli studenti: un’opera nuova, non un semplice ampliamento delle Istituzioni, che vorrebbe rispondere all’avvertita esigenza di una più estesa ed approfondita illustrazione di tutte le materie e di tutti gli istituti del diritto civile. Tuttavia, ci sembra di poter dire che qualcosa, di quella originaria ispirazione, si sia mantenuto là dove, di ogni materia e di ogni istituto, si è voluto fornire il profilo generale (certamente corredato di una trattazione ed una informazione più ricche), senza pretendere di andare dietro, specie in alcuni settori in cui il fenomeno si manifesta con speciale intensità, a tutti gli innumerevoli sentieri aperti da una legislazione a getto continuo (e che, però, sarebbe ormai anacronistico definire speciale) e da una giurisprudenza, non soltanto interna, che sempre più presenta i tratti di una fonte del diritto (poco importa se in senso for¬male o solo sostanziale). Insomma, per riprendere un’immagine già usata nel presentare le Istituzioni, più una bussola che non un sistema, anche perché, francamente, sarebbe davvero difficile, al giorno d’oggi, trovarlo questo sistema, dentro un ordinamento civilistico che si sviluppa secondo dinamiche plurime e si organizza secondo una molteplicità di rationes spesso irriducibili le une alle altre. Perfino il territorio dell’autonomia privata, che sembrava essere, attraverso le mediazioni delle sue nobili e compatte categorie (il negozio giuridico, il contratto), il vero cemento del sistema, si frammenta oggi in una pluralità di discipline, faticosamente messe in connessione (ma non certo ridotte ad unità) sulla base di opzioni interpretative che, già solo per il fatto di muoversi all’interno di prospettive ogni volta diverse, rappresentano il segno più evidente dell’irreversibile tramonto del sistema tradizionalmente inteso.
Naturalmente, un’esposizione di carattere istituzionale non può sottrarsi al rispetto di basilari canoni di ordine e coerenza: ed è questo, appunto, l’obiettivo che ci siamo proposti, di un’esposizione ordinata e coerente, che fornisse a chi, per la prima volta, si avvicina allo studio del diritto privato,(e anche a quanti, conseguita la laurea, accingendosi alla preparazione di un concorso o dell’esame di abilitazione, vogliano rinfrescare il proprio patrimonio di cognizioni privatistiche) le coordinate necessarie ad orientarsi all’interno di una materia che, alla tradizionale asperità concettuale, affianca, nel tempo presente, una crescente complessità di riferimenti.
Come sempre, ci attendiamo, dalla comunità scientifica e dalla più ampia platea di coloro che del Manuale vorranno avvalersi, suggerimenti e critiche, indispensabili al fine di migliorare il nostro lavoro: tanto più che il ritmo incessante delle riforme legislative, ne siamo pienamente consapevoli, ci obbligherà ad un’opera costante di aggiornamento.