Lo sviluppo del sud e il benessere delle sue comunità è condizionato in modo assai rilevante dalla finanza locale, come dimostrano ampiamente gli ultimi 150 anni della storia di questo Paese.
Il libro di Federico Pica è una ulteriore testimonianza di quanto e come il sistema italiano di finanza c...
Lo sviluppo del sud e il benessere delle sue comunità è condizionato in modo assai rilevante dalla finanza locale, come dimostrano ampiamente gli ultimi 150 anni della storia di questo Paese.
Il libro di Federico Pica è una ulteriore testimonianza di quanto e come il sistema italiano di finanza comunale sia costruito su regole e su applicazione concrete di esse che danneggiano le città e i piccoli centri del sud. Tutto ciò avviene perché il precetto dell’art. 119 della Costituzione è stato in questi anni sistematicamente violato. I Comuni del Sud finiscono, così, per essere istituzioni che piuttosto che favorire lo sviluppo dei territori e il benessere dei cittadini lo frenano o lo rallentano. E a contrastare queste dinamiche perverse non contribuiscono certo le magistrature che spesso sembrano adoperarsi piuttosto per rendere ancora più difficile la vita di chi amministra.
Il volume ha per oggetto specifico le vicende della finanza del Comune di Caserta, con riferimento al “dissesto bis” che l’Ente è stato costretto a dichiarare nell’aprile 2018. Una decisione, si è inteso mostrare, imposta dalla norma, ma non giustificata sul piano dei fatti, effetto di difficoltà di rapporti tra il Comune e la Corte di conti. L’analisi proposta, che concerne l’universo dei Comuni capoluoghi di Provincia in condizioni analoghe a quelle di Caserta, con popolazione da 60 mila a 100 mila abitanti. Si tratta di 11 Comuni del Nord d’Italia; di 9 Comuni del Centro Italia; di 13 Comuni del Mezzogiorno. Gli Enti del Sud d’Italia, cui la ricerca è riferita mostrano una situazione che – non diversamente da quanto accade per una parte notevole degli altri Enti del Mezzogiorno – è caratterizzata da carenza di risorse e difficoltà di gestione. Vale per essi la regola che i cittadini pagano di più per avere di meno.
Sono realizzati nel volume specifici approfondimenti riferiti a due tributi: la c.d. TARI e l’addizionale IRPEF, mostrando, tra l’altro, che tra gestione degli Enti e gestione, da parte dello Stato, dell’addizionale non sussistono sostanziali differenze. I problemi sono oggettivi, sicché ricondurli a problemi di malgoverno locale, o di clientelismo, è largamente forviante.
La questione concerne specificamente la TARI. Il maggior prelievo è dovuto a più elevati costi del servizio di smaltimento rifiuti, dovuti a scelte produttive sbagliate (mancata presenza, nei territori del Mezzogiorno, di termovalorizzatori).
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