Nella prima parte del testo “Proprietà e beni” si affrontano le definizioni di questi due concetti e la loro interpretazione tra moderno e postmoderno: si inizia con il dibattito sulla proprietà privata negli anni trenta del Novecento, passando alla disciplina dei beni tra proprietà e impresa nel codice del 1942 e alla funzione sociale della proprietà, arrivando infine a parlare della rivisitazione della propriété e dell’auto-riforma della Cour de Cassation in cui si ritrovano i primi frutti del diritto post-moderno.
I Beni e il patrimonio sono l’argomento della seconda parte, la quale si focalizza sul diritto privato patrimoniale e affronta anche il contributo del diritto privato comunitario per quanto concerne i “nuovi beni”.
Il discorso prosegue con la Proprietà e diritti fondamentali con particolare attenzione a questi ultimi, analizzati all’interno delle Costituzioni moderne.
Successivamente troviamo il tema della proprietà privata nella CEDU e dei diritti fondamentali nel costituzionalismo moderno e nella Convenzione europea dei diritti dell’uomo, per poi terminare l’analisi dei diritti e delle libertà fondamentali individuali nell’età della globalizzazione, tra la crisi della sovranità statale e la crescita di poteri privati trasnazionali.
La quarta parte affronta gli argomenti di: “Proprietà”, “immateriale”, “atipicità”, dandone la necessaria definizione e illustrando i nuovi scenari di tutela; mentre la quinta parte tratta della Proprietà in relazione al territorio, con un’attenzione particolare alle vicende della bonifica nell’esperienza giuridica italiana.
«Gli usi civici ed i “beni comuni”: un accidentato percorso giurisprudenziale» rappresenta la sesta parte del testo, si parla della disciplina degli usi civici nella legislazione dei primi del Novecento e dell’’avvio di una nuova stagione: i beni civici quale possibile modello gestorio di beni comuni nella prospettiva della sussidiarietà.
Si prende in analisi in seguito la sclassificazione dei beni civici all’attenzione della Corte costituzionale con la decisione dell’11 maggio 2017, n. 103, fino a parlare del più recente e significativo freno alla sclassificazione.
Nella settima parte del testo si trova la disciplina delle distanze tra interessi generali “deboli” ed interessi privati “forti”. A proposito della disciplina giuridica dei rifiuti come non-beni ci si focalizza sull’articolazione delle responsabilità nel loro “abbandono” e della responsabilità del detentore, con brevi puntualizzazioni sull’ ipotesi “introdotta” dalle Sezioni Unite.